Il mondo del vino: prima e dopo la grande crisi

 

Il mondo prima e dopo la grande crisi

L'impatto sul vigneto
Nel 2013 l'erosione sembra essersi arrestata, con un totale stabilizzato a 7,4 milioni di ettari. Ma il bilancio pluriennale dei vari Paesi segna molti peggioramenti dal 2008 in avanti, in particolare per l'Europa, dove si è speso per estirpare e dove le erosioni non sono ancora terminate, come in Spagna e Italia. Si fermano però anche altri Stati che fino al 2007 erano cresciuti: Australia, Sudafrica, Argentina. Continua l'espansione cinese, reggono bene Cile e Nuova Zelanda, recuperano gli Usa. A Est si segnala il ritorno della Romania

L'impatto sui consumi
Secondo l'OIV, nel 2013 si è tornati ai livelli 2005, a 239 milioni di ettolitri. Con lo scarto tra produzione e consumo balzato a 40 milioni di ettolitri contro i 14 del 2012. Gli Usa balzano al primo posto, Italia e Francia ancora in calo, fermo il Regno Unito. La vera sorpresa è il dato di regressione della Cina: -4%. Resta ancora l'incognita di quanto vino sia stoccato nei magazzini dopo l'introduzione delle misure di austerity

L'impatto sugli scambi
L'effetto lungo della crisi zavorra ancora oggi la piena ripresa dei commerci. Sebbene nel 2013 il valore sia cresciuto ancora (+5%, a 34 miliardi di $), i ritmi dal 2009 si sono ridotti di 3 punti percentuali rispetto al quadriennio chiuso nel 2008. Dimezzata la performance degli spumanti, affossati dallo Champagne. I migliori sono i californiani, i peggiori australiani e sudafricani. Riduzioni dei ritmi anche per cileni e argentini. L'Italia cresce sui prezzi, ma perde 3 punti di progressione a valore per via della minore disponibilità di prodotto nelle ultime vendemmie. La Spagna al contrario tiene il ritmo pre-crisi ma svenandosi sui listini




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